2020, l’anno del virus da dimenticare. Anche per i beni culturali

Siamo nelle ultime ore di questo 2020 che nessuno di noi dimenticherà, anche volendo. Purtroppo sarà ricordato come l’anno del virus COVID19 che, partito dalla Cina, ha invaso tutto il mondo, causando morti, sofferenza, isolamento (è entrato nelle nostre vite l’anglicismo ‘lockdown’) e disastrose ricadute sui posti di lavoro e l’andamento della economia.
Anche il settore dei beni culturali ha visto stravolta la normale vita che ruota, di giorno in giorno, attorno ai beni culturali. Studiosi, restauratori, visitatori dei musei, monumenti, aree archeologiche e naturalistiche, turisti in ogni angolo dell’Italia: tutto si è fermato.
Le immagini delle città d’arte deserte rimarranno nella storia. E se Venezia deserta ci appare come se abbia ritrovato una sua dimensione di secoli addietro, il pensiero va inevitabilmente a tutto il mondo del lavoro che si attiva grazie ai nostri beni culturali. Un mondo che si è fermato.
Allora in queste ultime ore del 2020 meditiamo a quello che è successo e rivalutiamo il ruolo e il valore dei nostri beni culturali: un ruolo fondamentale per la nostra storia, la nostra formazione culturale e per la nostra economia.
Crediamo che il ruolo dei beni culturali sia fondamentale anche per il prossimo futuro, per cercare una pronta ripartenza post virus COVID19. Crediamo che sia quanto mai necessaria una auspicabile e vigorosa ripartenza del settore dei beni culturali, trainando così il settore turistico che vi ruota intorno; una ripartenza da attuare con opportune politiche di gestione adeguate a questi tempi molto difficili.
E ora iniziamo a farci gli auguri per un felice inizio di un nuovo anno.
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